Storie di Vino

Il Saltaro, custode della vigna

Il Saltaro abitante nella natura, conoscitore di erbe, per alcuni uno sciamano e per altri l’uomo nero! Un grande uomo giovane e robusto, con un aspetto serio e misterioso, sempre in giro come il vento, di giorno e di notte. Saltaro dal latino Saltus ovvero bosco, spaventava i bambini e metteva timore alla gente.

Vestiva con pantaloni di cuoio, in cintura portava pellicce di volpi e scoiattoli, al collo una collana con denti di maiale e ossa di animali. Era appariscente, sul capo portava un cappello decorato di tante piume di uccelli. Era armato di un lungo bastone.

Il Saltaro era un uomo importante e autorevole.

Il Saltaro è un mestiere dimenticato.

Il suo compito era custodire i campi, era il guardiano del bosco, era il sorvegliante di tutti i frutti. Il Saltaro non era uno solo ma erano tanti, divisi per territorio comunale e per categoria. Vi era il Saltaro del fieno, dell’acqua, del pascolo e delle vigne. Era una vera guardia, faceva rispettare le regole e puniva i trasgressori, aveva un potere esecutivo immediato.

Veniva scelto tra i candidati con il metodo come all’antico ovvero con una partita a dadi. I candidati erano giovani figli di contadini con buona reputazione. L’incarico durava un anno intero ma i mesi di lavoro andavano da Aprile a Ottobre. Dormiva poche ore la notte, nei campi o in piccole torrette che si costruiva. Sebbene il suo compenso fosse in natura questo mestiere era molto ambito perché la retribuzione era molto ricca in quantità, era remunerato infatti da ogni famiglia proprietaria del campo da proteggere.

Il Saltaro è una figura tipica delle zone rurali della montagna del Trentino Alto Adige esistente fino al 1960. Oggi lo si ricorda nelle feste con il costume folcloristico dotato di cappello decorato da tante piume di uccello. Una figura è presente anche al Museo del Vino di Caldaro (BZ).

 

Il Saltaro della vigna di Romallo in Val di Non

Il Saltaro è una figura importante anche per le piccole comunità montane della Val di Non. Una volta tutti i paesi si dotavano di un proprio statuto chiamato Carta della Regola, dove erano scritti in capitoli tutte le leggi , i regolamenti per la gestione dei beni comuni. Nella Carta della Regola del paese di Romallo, datata 1958 e conservata al Museo Ferdinandeum di Innsbruck è presente il personaggio Saltaro che da custode dei boschi si trasforma negli anni in guardia dei prati, del pascolo, sul rispetto dei confini, sul consumo d’acqua, sul piantare alberi e siepi. Al Saltaro spettavano prima di tutto gli obblighi di campagna e delle vigne.

Da San Lorenzo (10 agosto) alla vendemmia non si poteva far accedere all’interno dei vigneti nessun tipo di animale per il pascolo. A partire da quindici giorni prima della vendemmia le vigne dovevano essere controllate anche di notte per evitare i furti. E ancora, vi era l’obbligo di rispettare il giorno di vendemmia deciso dalla regola.

Al Saltaro della vigna spettava come compenso un certo quantitativo di graspato deciso in base alla grandezza del vigneto custodito.

Con il ricordo del Saltaro raccontiamo la tradizione della vigna in Val di Non. Il Saltaro custode di momenti difficili, di battaglie, di povertà e il Saltaro grande memoria di mondo agricolo e di leggi da rispettare.

 

Silvia Tadiello

Mi chiamo Silvia Tadiello, sono un perito agrario, mamma, moglie e donna del vino. Sono nata in pianura, nella terra tra i due fiumi e dal 2010, le montagne che mi hanno abbracciato, sono diventate casa, ispirazione e scoperta. L'idea del blog nasce dalla voglia di raccontare attraverso i miei occhi la meravigliosa avventura che è essere una produttrice di vino.

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Silvia Tadiello

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