Con il nome Groppello oggi si riconoscono e vengono chiamate diverse varietà di uva a bacca nera e sono tutte caratterizzate dall’avere un grappolo molto compatto con acini piccoli, stretti fra loro quasi a formare un nodo.
Risultano iscritti nel Registro Nazionale delle varietà idonee alla produzione di vino solo quattro Groppelli: il Groppello di Revò, il Groppello di Santo Stefano, il Groppello di Mocasina e il Groppello Gentile.
Tuttavia il Groppello bianco esiste ma se ne parla troppo poco, trovo solo brevi cenni su vecchi testi tecnici e ampelografici (MARZOTTO, 1925) e a quanto pare questo vitigno rimane in Veneto con il nome di “Groppella bianca”. È una varietà a bacca bianca a maturazione tardiva, il suo grappolo è a forma di cono e l’acino è piccolo color giallo-verde, la sua coltivazione è autorizzata per la provincia di Treviso.
Ma tanti sono i ricordi di vendemmia che vengono tramandati in famiglia, dai racconti dei nonni. Quando l’uva veniva raccolta in cesti di vimini, quando c’era il saltaro che decideva il giorno in cui vendemmiare e quando in un pezzettino del campo l’uva era bianca ma forse di Groppello bianco non si trattava.
Quando tutti andavano a piedi, quando vi era famiglia e gioia nel lavorare insieme e quando l’allegria si sentiva nell’aria perchè era arrivato il momento di assaggiare il vino nuovo.
La ricerca continua e siamo nella prima metà dell’Ottocento quando Pietro Cristofori appassionato di botanica scrive del Groppello bianco come una tra le migliori specie d’uva del Tirolo.
Agostino Perini, l’agronomo più conosciuto della parte italiana del Tirolo descrive il Groppello bianco come una varietà “con tralcio corto e grosso, grappolo lungo e sottile, acino dolce e color oro che riusciva in terreno selvatico e produceva un vino buono. Veniva coltivato nei paesi di monte e principalmente in Revò dell’Annaunia.”
Nel 1882 un altro agronomo, Carlo Hugues pareva conoscere solo il Groppello bianco.
Per finire in Trentino il vitigno Nosiola viene anche chiamato Groppello bianco. Inoltre dall’esame del DNA riceviamo la conferma che il vitigno Groppello di Revò e il vitigno Nosiola hanno un genitore in comune
Da qui la miglior ipotesi è che il Groppello bianco della Val di Non è esistito e con grande probabilità si trattava proprio del vitigno Nosiola.